"Credo di aver portato sempre rispetto giusto alla società, e mi aspetto un minimo che lo portino anche loro o che almeno se ne parli nelle sedi opportune. Mi ha dato fastidio e se è questo l’atteggiamento che hanno, forse il rinnovo non sarà più nella mia testa se vanno avanti così"


Oramai è chiaro: Acerbi viene da Marte e la Lazio da Venere.

Hanno due diversi modi di pensare, di parlare, i comportamenti assumono quindi spesso significati diametralmente opposti. II dialogo, contrariamente a quanto si possa pensare, però è possibile, anzi, dal momento in cui si prende conoscenza di questa diversità, tutto potrebbe diventare più facile.

Piero Angela prendi nota.

 

Siamo stremati, Muriqi e Fares a targhe alterne, Silva e l’epoca del ci-cogliona-virus, tutto dopo aver vissuto un’annata straordinaria per quanto lo straordinario si colloca inesorabilmente in accezione negativa.

Il mondo pre e post COVID, la Lazio illude e delude, il calciomercato e Mister X.

Finalmente però, lo possiamo dire senza incertezza alcuna: questa stagione sarà nota per il ritorno in Champions League.

 Diversa da chi? Infatti al via le trattative logoranti che ci fanno rasentare il bipolarismo. 

E godiamoci almeno la Nazionale a tinte biancocelesti… Eh sì, dai e, all’improvviso, eccolo sbucare in tutto il suo fragore; CASO ACERBI.


:- No, io boh!-. Stadio 1, negazione.

:- No, ma sta a scherza‘-. Stadio 2, patteggiamento.

: – Ha ragione Lotito-. Stadio 3, rabbia.

: – Era meglio De Vrij-. Stadio 4, depressione.

:- Sicuramente non è niente-. Stadio 5, accettazione, o quasi.


Far sbottare uno come Francesco Acerbi, non è roba di tutti i giorni. Un uomo che si tiene alla lontana dalla "combriccola del Blasco che si era fermata dentro a un bosco".

Ci stupisce, eppure ieri sera, Super Ace ha sbroccato e nel modo peggiore: ai microfoni della Rai.

Davanti a tutta Italia, con i laziali che lo hanno ascoltato.

Ed ecco la solita netta divisione, il popolo biancoceleste spaccato in due, caduto sotto il microfono della Rai e le parole di Ace.

E chi dà la colpa al calciatore che improvvisamente incarna tutti i mali del mondo e chi la dà alla società.

Non c’è dato di sapere cosa sia successo davvero, quale forza oscura abbia spinto il ragazzo di sani principi a puntare il dito contro chi che sia e soprattutto perché.

Non esistono, al momento, fatti oggettivi da presentare al cospetto della corte suprema del tribunale del tifoso, smetto di scrivere "del" altrimenti Acerbi se la prende pure con me.

Solo una certezza abbiamo in mano: Francesco viene da Marte, la Lazio da Venere e la situazione va risolta al più presto possibile.

Almeno per regalare ‘na gioia a noi tifosi visto che ancora non ci Giroud la testa.


Rischiare il rapporto con uno come lui è roba grossa.

Qui lo dico e non lo negherò mai: Acerbi è sinonimo di sportività, lavoro, umiltà e garra stellare.

Lotito ha il dovere morale di fare un piccolo sforzo e non fare il pesce in barile come disse poi di aver fatto con Bielsa.

Non si può permettere che esploda, a 20 giorni da inizio campionato, un "caso" alla Ravel Morrison.

La Lazio c’è stata prima di Acerbi e ci sarà nonostante Acerbi, ok, questa verità va sbattuta in faccia al difensore anche se non gli piacerà abbastanza.

"Le sedi opportune" non sono un microfono Rai dal ritiro della Nazionale, anche questo va sbattuto in faccia al difensore.

Leggo già troppa rabbia sui social, forse anche io l’ho provata per un po’, ma la rabbia è figlia del dispiacere perché, da uno come Acerbi, non ce lo aspettavamo.

Margheritando il cuore Vavro o non Vavro.

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